lunedì 11 febbraio 2013

Il "Focarone" di Bagnaia





Il titanico focarone di Sant'Antonio a Bagnaia, uno spettacolare falò alto più di 5 metri, come ogni anno, riscalda la notte del 16 gennaio nel cuore dell'antico borgo medievale a pochi chilometri da Viterbo.

L'origine di questa suggestiva tradizione risale alle miracolose guarigioni che si manifestarono durante un'epidemia che infestò la Francia in occasione della traslazione delle reliquie del santo e da allora, per festeggiare e onorare a figura di questo santo dal carattere profondamente spirituale, i suoi fedeli si riuniscono intorno a un grande fuoco per purificare le loro anime.

Sant'Antonio è considerato anche il protettore degli animali domestici, tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella. La tradizione deriva dal fatto che l'ordine degli Antoniani aveva ottenuto il permesso di allevare maiali all'interno dei centri abitati, poiché il grasso di questi animali veniva usato per ungere gli ammalati colpiti dal fuoco di Sant'Antonio. I maiali erano nutriti a spese della comunità e circolavano liberamente nel paese con al collo una campanella. Secondo una leggenda del Veneto, la notte del 17 gennaio gli animali acquisiscono la facoltà di parlare, e durante questo evento i contadini si tenevano lontani dalle stalle, perché udire gli animali conversare era segno di cattivo auspicio.

Per tutti questi motivi, Bagnaia, antico paese di origini agricole, ama particolarmente la figura di Sant'Antonio e lo ricorda in un rituale tramandato nei secoli.

L'enorme catasta di legna viene tradizionalmente accesa alle 18,30 in un coro di preghiere e tra lo stupore dei visitatori che accorrono ogni anno. Insieme al fuoco si accenderanno anche i bracieri sui quali chili di salcicce, carne di maiale e bruschette verranno “sacrificati” per saziare oltre all'anima anche lo stomaco dei devoti!

Da non perdere!!!!

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